A novembre 2019, prima della pandemia da Covid-19, abbiamo prenotato in largo anticipo la vacanza per l’estate seguente a Minorca e, per non perdere la prenotazione, ci siamo informati su quanto convenisse o meno andare all’estero considerando la situazione di incertezza in cui a tutt’oggi ancora viviamo. Abbiamo deciso di andarci… e mai scelta fu più azzeccata! Sia per la tranquillità in termini di sicurezza sia per la libertà in termini di senza glutine.
Minorca e il Covid-19
Prima di partire, dicevo, abbiamo parlato più volte con la proprietaria della casa che abbiamo preso in affitto. A suo dire, Minorca sembrava pio ripiombata negli anni ’80, quando il turismo era scarso e le spiagge poco o per nulla affollate. A riprova di quanto detto, ci ha mandato diverse foto invitandoci comunque a decidere in totale serenità se disdire la prenotazione. Dopo aver ascoltato le sue parole e aver visto le sue foto, e dopo aver visto invece quelle dei litorali italiani dove il distanziamento ci sembrava un’utopia, abbiamo deciso di partire.
Il volo partiva e atterrava a Milano Malpensa. Abbiamo avuto dei problemi con EasyJet che ci ha spostato il volo di ritorno due volte. Alla fine, per evitare di partire all’alba al rientro e pagare un sovrapprezzo di 50 euro per la riconsegna dell’auto fuori orario ufficio, abbiamo pagato un sovrapprezzo di 34 euro (in tre) per cambiare volo e rientrare in Italia nel primo pomeriggio. Tolto questo inconveniente, non abbiamo avuto altri contrattempi.
Abbiamo lasciato l’auto all’autoparcheggio Panicucci che ti consente di portare con te le chiavi (quindi sei sicuro che durante la tua assenza la macchina non venga spostata da lì). Giunti tramite navetta in aeroporto, abbiamo seguito il percorso obbligato per arrivare al banco check-in per imbarcare il bagaglio e da lì poi il gate per l’imbarco. Tutte le misure di sicurezza vengono applicate rigorosamente e ci siamo sentiti al sicuro. Un po’ meno in volo, perché comunque tutti i posti sono occupati, non ci sono vuoti. Tuttavia sussiste – e viene fatto rispettare – l’obbligo di indossare mascherine da quando si entra a quando si esce dall’aeroporto, compresa tutta la durata del volo. Una volta atterrati, si sbarca fila per fila per evitare assembramenti (al ritorno, quindi all’aeroporto di Mahon, anche all’imbarco si è proceduto fila per fila per questo motivo).
Una volta sbarcati, tramite navetta (con le mascherine sempre indossate) siamo arrivati all’ufficio di Ok Rent a Car, situato poco distante. In ufficio sono rispettate le distanze di sicurezza, si indossa la mascherina e c’è obbligo di igienizzare le mani all’ingresso. Abbiamo finalizzato il noleggio e ritirato l’auto in poco più di 10 minuti. E da lì siamo partiti alla volta di Arenal d’En Castell dove ci attendeva Viviana, la gentilissima proprietaria della casa affittata (di cui vi parlo dopo).
Abbiamo trascorso 14 giorni all’insegna della tranquillità. L’economia minorchina si basa principalmente sul turismo e quest’anno ci sono state numerose cancellazioni che hanno compromesso gravemente la stagione estiva. Come risultato numerosi bar e ristoranti non hanno riaperto ma nemmeno tanti hotel, compresi quelli di medio-grandi dimensioni. Sulla spiaggia sotto casa, ad esempio, si erge il Club Hotel Aguamarina che conta 549 camere. Ed era chiuso. Per noi turisti, questa situazione si è tradotta in una tranquillità incomparabile. In spiaggia non c’era mai troppa gente e anche passeggiare tra le vie di Ciutadella è stato agevole. Se aggiungiamo il fatto che bene o male TUTTI indossavano la mascherina, possiamo dire di non esserci mai sentiti in pericolo. Al contrario, ci siamo sempre sentiti al massimo della sicurezza. I disagi dovuti agli esercizi chiusi sono davvero stati minimi, riducibili al fatto che non era aperto il parco acquatico e non erano accessibili i punti prelievo della zona (per prelevare abbiamo sfruttato la serata in città a Ciutadella dove si trovano diverse banche).
La casa e la spiaggia
Dicevamo, la casa affittata. Una MERAVIGLIA! Davvero. Penso che solo in un paio di altre vacanze abbiamo avuto una casa così vicina al mare, tanto che di notte si riuscivano a sentire le onde sugli scogli. Si chiama Los Albatros ed è una casa di proprietà della famiglia Venè. La proprietaria Viviana vive al piano terra mentre gli appartamenti in affitto sono al piano superiore. Lei è sempre presente e ci ha aiutati molto, consigliandoci anche ristoranti e spiagge da visitare. Noi abbiamo soggiornato nell’appartamento Fucsia che ha una sola camera da letto (ma ci stavamo comodamente in tre con letto matrimoniale + letto singolo). C’è poi una cucina attrezzata, un bagno con lavatrice (nuova) e una sala molto ampia che dà su un piccolo terrazzino. La zona è molto tranquilla, non ci sono schiamazzi né vita notturna. Per maggiori informazioni sulla casa, ecco il link.
Il mare dista circa 60 metri ed è raggiungibile tramite una scalinata. Quest’anno non c’erano sezioni attrezzate per cui avevamo a disposizione una spiaggia libera di 700 metri ma solitamente qui è possibile affittare lettini, ombrelloni e pedalò.
Il fondale è basso e dolcemente digradante e la spiaggia è molto protetta per cui questa zona, nonostante sia a Nord, è molto riparata dai venti e perfetta per famiglie con bambini. Non abbiamo visitato altre calette (le più caratteristiche dell’isola sono nel sud, ma considerando le distanze ridotte sono tutte facilmente raggiungibili) principalmente perché per trovarle libere occorre muoversi presto al mattino e rientrare prima di pranzo, mettendo in conto anche camminate a volte di mezz’ora. Considerando la comodità di una spiaggia bellissima e un mare perfetto proprio sotto casa, abbiamo fatto i pigri e ci siamo mossi praticamente solo la sera in cerca di locali dove cenare.
I supermercati
Abbiamo sempre pranzato in casa. In fondo, in 5 minuti a piedi andavamo e tornavamo senza problemi dalla spiaggia! Per questo abbiamo fatto vari rifornimenti nei supermercati della zona. Ad Arenal d’En Castell siamo stati al piccolo negozio Supermercado Arenal in fianco alla pizzeria La Bella Napoli (no, non fa senza glutine purtroppo) dove però l’offerta di prodotti gluten free è pressoché nulla. Più fornito è il supermercato Coves Noves poco più distante. In questa stessa zona tra l’altro ci sono due ristoranti che abbiamo testato (e di cui vi parlo a breve) oltre a gonfiabili e giochi per bambini.
Per un’offerta di prodotti senza glutine davvero impareggiabile occorre rivolgersi ai supermercati Binipreu o Mercadona che si trovano nelle città principali. Essendo distanti da dove abbiamo soggiornato, ci siamo recati al supermercato Binipreu di Alaior. Abbiamo trovato di tutto! Gran parte dei prodotti senza glutine sono nel piccolo negozietto accanto al supermercato principale dove si vendono referenze bio, vegan e per intolleranze varie. Ma anche nel supermercato principale abbiamo trovato di tutto, tra cui anche la pizza surgelata, salvavita per cene veloci in casa (visto che c’è anche il forno!).
I ristoranti
Qui devo perderci più tempo perché il leit motiv di questa vacanza è stato “basta che se magna”. In pratica abbiamo visto una sola spiaggia… ma un sacco di ristoranti. Siamo usciti quasi ogni sera e non abbiamo avuto alcun problema con la celiachia di Gaia. Tutti sapevano di cosa stessimo parlando e tutti ci hanno rassicurato parlando di contaminazioni ancor prima che noi lo chiedessimo. Solo in un caso (la pizzeria La Bella Napoli citata poco fa) ci è stato detto che non avremmo trovato nulla nel menu. Molti dei ristoranti che abbiamo testato ci sono stati consigliati e alcuni li ho cercati in internet e contattati prima di partire. Altri però sono stati scoperti in loco, chiedendo direttamente prima di prenotare. Ecco di seguito quelli che abbiamo testato con indicazione solo dei piatti senza glutine (a questi sarebbero da aggiungere quelli glutinosi presi dal papà… io sono solidale con Gaia così da farle provare piatti diversi).
Restaurante Pizzeria Flamingo, Arenal d’en Castell: abbiamo mangiato un filetto e una bistecca di maiale con patatine fritte. Qualità media, prezzo anche. Per noi era comodo perché vicino a casa e soprattutto perché di fronte ai gonfiabili dove portavamo Gaia la sera. Ma avendo poi trovato altre soluzioni vicine, ci siamo stati solo una volta. Tra l’altro nella piazzetta di questo locale ce n’è un altro dove abbiamo cenato ma a Gaia hanno portato spaghetti con sugo cotti ma poi scaldati al microonde… ci siamo accorti perché erano totalmente scotti, tanto che ci hanno portato il cucchiaio per mangiarli. Per cui non sto nemmeno a indicarvelo.
Es Cactus, Fornells: ristorante top! Abbiamo preso pizza, calamari fritti e calamari alla piastra con patatine. La differenza la fa l’ampissimo menu senza glutine e la grande attenzione: i piatti senza glutine arrivano contrassegnati da una bandierina.
Cafè des Pla, Sant Climent: si dice che sia la pizza senza glutine migliore dell’isola. Gaia l’ha apprezzata, noi abbiamo apprezzato soprattutto la location. Si mangia all’aperto, sul piazzale di fronte alla chiesa del paese. Nel locale accanto, anch’esso sviluppato all’aperto sulla piazza, suonava un gruppo jazz che ha allietato la serata. Di rientro, passando da Mahon, abbiamo fatto una capatina veloce al porto che illuminato è veramente un gioiellino. Si tratta del porto naturale più grande d’Europa.
El Pato, Cala En Bosch: anche qui abbiamo apprezzato molto l’ampio menu senza glutine a disposizione oltre alla location. Il ristorante è infatti di fronte al caratteristico porticciolo che vale un giretto post cena. Abbiamo mangiato patatine, nuggets di pollo, paella, nachos oltre a una torta al cioccolato strepitosa.
La Paella restaurante, Arenal d’en Castell: qui giocavamo in casa perché questo ristorante si affaccia direttamente sulla spiaggia sotto l’appartamento che abbiamo affittato. Il cibo è buono e, a differenza di tutti gli altri posti, hanno portato anche pane senza glutine. Abbiamo preso jamon iberico, bistecca di manzo, patatine e torta. Il fiore all’occhiello del ristorante è la sua posizione direttamente sulla spiaggia, oltre che la vicinanza a casa. Per questo ci siamo tornati una seconda volta.
Good Bridge Cafè, Arenal d’en Castell: qui mio marito dice di aver mangiato il miglior pesce dell’isola. Purtroppo né io né Gaia siamo amanti del pesce quindi non possiamo confermare né smentire J Quando abbiamo chiesto se si potesse mangiare senza glutine in sicurezza, ci è stato detto che il figlio del cuoco è celiaco. E ovviamente questa risposta vale più di mille certificazioni. Anche qui siamo tornati un paio di volte e abbiamo preso filetto di manzo, calamari alla griglia e nachos.
C’an Rafa, Ciutadella: ci siamo stati quando abbiamo visitato Ciutadella. Si trova in una vietta nei pressi del centro storico, di fronte al mercato del pesce. Il figlio dei proprietari è celiaco ed è il cuoco del locale. Gran parte del menu è replicabile in versione gluten free. Abbiamo preso quindi hamburger e patatine, calamari fritti e calamari alla griglia. Unica pecca: è impossibile prenotare per cui se doveste andarci, il consiglio è quello di recarvi sul posto presto (verso le 19.30 – 20.00 al massimo) e attendere che si liberi un tavolo. Il rischio è quello di vedere di fronte a voi una coda infinita di persone in attesa (quando ce ne siamo andati verso le 22 c’erano almeno 20 persone ad attendere il loro turno).
Un giro per l’isola
Nonostante le piccole dimensioni, Minorca ha diverse piccole chicche imperdibili. Noi pigroni ci siamo davvero concentrati sul relax quindi non abbiamo girato molto.
Tuttavia non potevamo certo esimerci dal fare un giro a Ciutadella, con un caratteristico porto e un centro storico ricco di palazzi e stradine medievali. Ci siamo stati una sera, verso il tramonto. Abbiamo parcheggiato in una via poco lontana da Plaça d’es Born… adoro quando si esce dai tracciati turistici per inoltrarsi nelle viette tipiche del luogo che stiamo visitando! Passando quindi per strade poco note abbiamo raggiunto Plaça d’es Born, l’antica piazza d’armi con un obelisco al centro che ricorda le vittime dell’invasione turca nel 1558. Si affacciano su questa piazza anche il Municipio, il Teatro d’es Born e i palazzi signorili Salort, Vivó e Torre Saura. Dalla piazza, abbiamo percorso una delle piccole vie che conducono al centro storico dove sorge l’imponente Cattedrale del XIV secolo in stile gotico catalano con facciata barocca costruita dove un tempo sorgeva la moschea centrale di Medina Minurka. Da qui la camminata conduce a Ses Voltes, chiamati così per i loro caratteristici portici e noti per i negozietti della zona. Nonostante la gente non fosse molta, era sicuramente concentrata in quella parte e abbiamo ancora una volta preferito perderci tra i vicoli totalmente vuoti che circondavano quelli più popolosi. Da qui abbiamo raggiunto il ristorante presso il quale abbiamo mangiato, prima di rientrare alla base sempre ovviamente passando per vicoli e viette.
Tra le altre attrazioni dell’isola ci sono sicuramente i numerosi fari. Tra i più scenografici c’è quello di Capo di Cavalleria, a nord dell’isola e battuto da temporali di tramontana. La storia racconta di oltre 700 naufragi di pescatori locali, a seguito dei quali iniziò la progettazione dell’illuminazione costiera. Il faro di Cavalleria, costruito nel 1857, è il punto più settentrionale dell’intero arcipelago baleare. Purtroppo al momento della nostra visita, a causa delle restrizioni sanitarie, non era possibile visitare il suo interno dove ha sede anche un musero dedicato ai fari di Minorca. Nei pressi del faro però è possibile vedere una grotta profonda 15 metri dalla quale si riesce a scorgere l’isola des Porros o de Sanitja, è un piccolo isolotto situato molto vicino al faro. La leggenda narra che questa grotte venisse usata dai pirati per nascondere i loro tesori! Ovviamente noi ci siamo avventurati all’interno ma non abbiamo trovato nulla di valore J Sempre nei dintorni c’è un antico insediamento militare risalente a quando l’esercito proteggeva l’isola dai possibili attacchi dal mare durante la guerra civile spagnola.
Altra chicca dell’isola di Minorca è il mercato del giovedì a Es Mercadal. Questo piccolo paese si trova nel centro di Minorca, ai piedi del colle del Toro, il punto più alto dell’isola. Il giovedì sera si tiene il mercatino locale, molto carino. Ma ancora una volta abbastanza popoloso, per quanto il numero di bancarelle quest’anno fosse ridotto a un terzo di quello presente normalmente. Per evitare la gente, una volta giunti nel centro del paese abbiamo girovagato per le viuzze prima di rientrare.
Travel snapshot
Dove: Spagna – Minorca – Arenal d’En Castell
Quando: Agosto 2020
Alloggio: Appartamento
Situazione gluten free: Supermercati della zona forniti del minimo indispensabile. Nei supermercati più grandi, raggiungibili in auto in pochi minuti, la scelta è molto più ampia. Locali quasi tutti informati (compresi i camerieri) e attenti alle contaminazioni
Ideale per: Il mare è caldo e il fondale lentamente digradante. Siamo stati a nord dell’isola, in un appartamento che si affaccia su una spiaggia di circa 700 metri chiusa e protetta dai venti e quindi perfetta per famiglie con bimbi anche piccoli. Quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 c’erano veramente pochi turisti e ci siamo goduti spiaggia e mare decisamente non affollati. Non so dire se in un anno “normale” questa spiaggia risulti meno vivibile. Sicuramente ci sarebbero stati bagni attrezzati, possibilità di noleggio pedalò e bar che invece quest’anno non erano operativi.
Costi: Avendo prenotato a novembre 2019, siamo riusciti a comprare biglietti aerei a meno di 400 euro (in tre, A/R, con EasyJet). L’appartamento che abbiamo affittato ha un costo in linea con quelli della zona (a sud, dove ci sono maggiori calette e dove si concentra maggiormente il turismo, i costi sono più elevati). Il costo della vita è simile al nostro, compresi i ristoranti. L’aspetto per noi più costoso è stato il noleggio dell’auto: abbiamo pagato, compresa l’assicurazione, circa 480 euro per 14 giorni.