Se volessimo una birra senza glutine, oggi, avremmo l’imbarazzo della scelta. Ma se tra le alternative disponibili cerchiamo quelle più artigianali, ecco che il numero si riduce. Se poi, presi da una maniacale precisione, tra le rimaste cerchiamo quelle provenienti da un birrificio totalmente gluten free… beh ci ritroviamo con in mano una manciata di scelte. Tra esse, quelle a marchio Gritz Brewing.
Oggi vi parlo proprio di questo birrificio, la cui storia recente affonda le radici solo nel 2012. Ci troviamo in Brianza e Claudio Gritti, chiuso nella taverna di famiglia, inizia a sperimentare e giocare con l’orzo con lo scopo di creare la sua prima birra artigianale.
La storia e la sede
Prova dopo prova, raggiunge il risultato sperato. Che incontra i favori anche di chi lo assaggia. Poco dopo Claudio studia cinque referenze che mettono d’accordo tradizione e innovazione e ben presto la sua passione diventa una vera e propria professione.
Nel 2015, con una buona dose di determinazione condita con creatività e competenza, Claudio si trasferisce a Erbusco, tra i filari della Franciacorta, e dà vita al birrificio Gritz. Si tratta di un birrificio artigianale con produzione totalmente senza glutine a seguito di un processo “gluten removed”, uno dei pochi birrifici artigianali al mondo specializzato in questo tipo di produzione.
Il birrificio si trova, come accennato in precedenza, in Franciacorta, terra di vini e spumanti e ora anche culla di sperimentazione nell’arte birraia. La consacrazione del territorio a culla dei vini si ha agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, con l’arrivo delle prime cantine. La crescita è stata rapidissima soprattutto nella qualità delle produzioni, rendendo questa zona punto di riferimento nazionale per il Metodo Classico. Una produzione che ha assunto un’importanza sempre maggiore, tanto da fregiarsi del marchio DOCG, divenendo così famosa nel mondo.
Il birrificio Gritz trova casa qui, e più precisamente a Erbusco, comune di poco più di 8.000 abitanti in provincia di Brescia. La domanda alla quale voleva trovare risposta Claudio è la seguente: chi l’ha detto che le bollicine della Franciacorta non possono essere anche quelle ottenute dalla fermentazione dell’orzo?
Una produzione senza glutine
Come accennato, la produzione del Birrificio Gritz è completamente senza glutine per merito di un procedimento particolare. “Non possiamo svelare i dettagli di questo processo di lavorazione”, commenta il titolare Claudio. “Diciamo che partiamo da materie prime già povere di proteine e durante ogni passaggio della lavorazione compiamo azioni che vanno man mano a rimuovere il glutine”.
Una birra tradizionale contiene infatti quantitativi di glutine superiori alla soglia limite dei 20 ppm e non risulta pertanto adatta ai celiaci. Per ovviare al problema è necessario ideare delle varianti che consentano di abbattere il quantitativo di glutine fino a valori molto bassi, quasi sempre inferiori ai 10 ppm.
Il Birrificio Gritz raggiunge questo obiettivo con la birra senza glutine cosiddetta Gluten Removed o Deglutinata: segue il tradizionale processo produttivo e solo alla fine adotta un accorgimento produttivo che implica, tra le altre cose, l’inserimento di un enzima che assorbe gran parte del glutine presente. “Personalmente non ho intolleranze al glutine”, aggiunge Claudio, “ma mi è sempre piaciuta l’idea di poter dare la possibilità a chi si trova a non poter più bere birra di continuare a farlo nel migliore dei modi”.
Le referenze
Grazie a questo procedimento, il birrificio è in grado di produrre diverse referenze. Per l’esattezza sono cinque le birre senza glutine a catalogo oggi. Tutte sono certificate AIC e distribuite direttamente sia nel canale Horeca sia nei punti vendita specializzati (gluten free) di tutta Italia segnalati sulla mappa pubblicata a questo link. È, inoltre, possibile acquistarle direttamente presso il birrificio Gritz e tramite e-commerce ordinandole sul sito.
In particolare la Belga della Danda (Belgian Strong Amber Ale, 7,9% vol, temperatura di servizio 10°/12°C) ha un sapore liquoroso e un carattere maltato. Cattura per i settori fruttati e le sfumature aromatiche. Una birra artigianale ad alta fermentazione, dal colore ambrato, con schiuma fine e compatta, perfetta in accompagnamento a piatti di carne, specie se speziati.
La Pils della Graziella invece (Bohemian Pilsner, 5,3% vol, temperatura di servizio 7°/9°C) affascina per la freschezza e i sentori floreali dei luppoli cechi e conquista con la morbida amaricatura che le tempra il carattere. Una bionda a bassa fermentazione di tipo Pils, dal gusto maltato, colore oro pallido, schiuma densa e durata. Ottima compagna di piatti leggeri, pesce, carni bianche o insalate.
Proseguendo, la Weiss della Barbara (Weiss Bier, 5,5% vol, temperatura di servizio 7°/9°C) ha un tipico sapore delicato che ricorda la banana e una piacevole acidità. I suoi sentori fruttati e le note di chiodi di garofano conquistano assaggio dopo assaggio. Una birra ad alta fermentazione di tipoweiss, delicatamente fruttata al naso e dal colore giallo paglierino, si distingue per la caratteristica torbidità e per la schiuma voluminosa. Si consiglia con piatti salati come specialità di mare o insaccati.
La IPA della Camilla (Indian Pale Ale, 6% vol, temperatura di servizio 8°C) ha un aroma floreale che inebria il naso e avvolge la bocca, lasciando posto a un lieve sapore maltato. La birra, dal colore ambrato e schiuma persistente, si abbina a piatti di verdure, carne alla griglia e piatti speziati.
Da ultimo la Birra di Natale (Christmas Ale, 7.0 % vol, temperatura di servizio 10°C) è decisa e autentica. Nasce dall’incontro delle migliori materie prime: acqua, malto d’orzo, malto di frumento, luppolo, zucchero caramellato, lievito, con sentori di anice stellato, cannella e noce moscata. Aromi che ben si adattano al clima invernale e che si,sposano alla perfezione con qualsiasi tavola imbandita a festa.
C’è da aggiungere che a inizio febbraio 2020 il birrificio ha ricevuto due importanti riconoscimenti. La Weiss della Barbara e la Birra di Natale si sono infatti aggiudicati il primo e secondo posto del Premio “Best Italian Beer 2019” per la sezione Birre senza Glutine. Il premio è organizzato da Federbirra – Federazione Italiana Birra Artigianale, è patrocinato dal Ministero dell’Agricoltura ed è rivolto a tutti i produttori di Birra Artigianale Italiana e ai produttori non industriali.
Un primo bilancio
Oggi, dopo 8 anni di attività, il birrificio conta tre persone in tutto, come spiega Claudio: “Barbara segue la parte contabile e burocratica, Camilla ed io seguiamo produzione, confezionamento, vendita e spedizioni”.
Se volessimo tracciare un primo bilancio di questi primi anni di attività, sarebbe positivo come conferma sempre Claudio: “A livello professionale la data di inizio, che coincide con la nascita della nostra azienda, è in realtà il 2015. Siamo in crescita, lenta ma costate. Sempre più persone ci conoscono e ci vengono a cercare e soprattutto apprezzano il prodotto. Ho ricevuto qualche richiesta anche dall’estero e comincia a capitare che locali a cui andiamo a proporci già ci conoscano, o quanto meno abbiano già sentito parlare di noi”.
Alla luce di quanto di buono fatto fin’ora, nel prossimo futuro c’è da aspettarsi un’ulteriore espansione della realtà bresciana. “Per quest’anno vogliamo portare la nostra birra in molte più città della penisola e forse introdurre una nuova etichetta, portando così l’offerta a cinque più una stagionale. Una volta acquisita solidità sul territorio nazionale potremo espanderci anche all’estero”, conclude Claudio.